Léa dedicata a Chéri, di Colette

domenica 5 settembre 2010

Sindrome d'abbandono e amore perduto - maggio 2009


foto: Le donne fatali di Mark Sink
Sindrome d'abbandono e amore perduto - maggio 2009

Batte nel petto vestita di rosso abitata da scheletri che inceppano il suo ingranaggio. Si inganna e si convince svestita su strada, fredda cornice o accogliente rifugio. Siede in terra mascherata di indifferenza. Elemosina radici di sangue che non riconosce. Deperita per abbandono, avida di vita, ricercatrice di illusioni mercantessa di parole e masturbazioni mentali. Lascia scivolare l’amore sul ciglio della strada, educata a rimanervi pronta (mai) a farsi cogliere. Impertinente e sfacciata la sindrome dell’abbandono sopraggiunge ostinata e menzognera. Non l’abbandonerà mai. Fila via delicato l’amore e si fa sesso. Una mano sottile che non sa afferrare e trattenere; gioca il tempo sterile di un orgasmo mancato o affrettato.
L’amore non canta, decanta.
La vita segna, non insegna.
Il cuore combatte, non batte.
La bocca carezza, non attizza.
La pelle copre, non scopre.
L’ha scritto sul petto di lui con la lingua timorosa ma audace: poi guardami se vuoi, faccio l’amore solo con me. dopo, per piacere, va’ via, ma senza far troppo rumore. Io non amo più. Legame o matrimonio combinato con le mie paure.
Randagia come chi ama la vita perché riconosce quello che le manca.
Lucida come chi sceglie solo la sua arte in un legame che durerà per sempre.
E di nuovo batte nel petto vestita di rosso abitata da scheletri che inceppano il suo ingranaggio.
Ricercatrice di illusioni mercantessa di parole e masturbazioni mentali.